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Alberto da questa terra ha saputo cogliere la luce e quell’atmosfera che si respira in questa zona d’Italia. Crescendo sin da piccolo nell’atelier del padre, alcune volte come tutti i bambini disturbandolo mentre lavorava con concentrazione e pazienza alle sue opere, ha di fatto maturato verso tale materia non un’avversità ma una passione, tanto che con grande tenacia ed amore oggi lo affianca in questo affascinante lavoro.
Giuseppe è stato dispensatore di suggerimenti, consigli ed indicazioni che solo un padre sa dare al proprio figlio; i due scultori in alcune occasioni hanno voluto lavorare insieme, modellando a quattro mani la creta in composizioni particolari, come nella Via Crucis installata presso la Chiesa di S.Pietro a Ragusa. Particolarmente suggestiva è la formella in cui Alberto ha rappresentato il momento straziante in cui Cristo viene inchiodato alla croce: l’urlo di dolore emanato dal Cristo sembra uscire e materializzarsi dalla stessa terracotta e penetrare nelle nostre coscienze in modo devastante.
Non si pensi che Alberto sia clone del padre. La tecnica è simile, ma l’interpretazione e la visione complessiva che questo giovane artista ha, è assai diversa. Guardando queste figure si nota un nuovo taglio, la ricerca di una forma che si stacchi e dia una veste nuova alle sue creazioni.

Pier Luigi Bombelli
tratto dalla rivista “IL PRESEPIO” mensile dell’Associazione Italiana Amici del Presepio n.222 del giugno 2010

 

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