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Intervista

Arte e riuso creativo, eco sostenibilità, educazione ambientale, sono solo alcune delle “parole chiave” che orientano in questi ultimi anni artisti e designer verso il recupero di rifiuti e materiali di scarto. Una necessità che diventa virtù? Oppure una sfida al servizio della creatività? Il fenomeno del riuso creativo è esploso in Europa, e non solo, con effetti sensazionali sul web: siti, blog, e-commerce, eventi che contano un seguito di persone in numeri sempre crescenti.

Abbiamo voluto conoscere da vicino questa realtà, intervistando un artista della ceramica, Alberto Criscione (figlio di Giuseppe, apprezzato scultore e maestro di ceramiche artistiche siciliano), che a Palermo lavora e crea opere d’arte all’insegna dell’eco sostenibilità. Sembra proprio che passione, intuizione, impegno sociale e ambientale possano creare professionisti di ottimo livello, in questi tempi avari di occupazione giovanile.

Cosa spinge oggi in Italia un giovane artista verso i temi ambientali e il riuso creativo?
Prima di provare a dare una risposta su questo fenomeno, dovrei, per correttezza, parlare della mia evoluzione personale, collegarmi alle origini del mio approccio all’arte, che era semplicemente un approccio spinto dalla curiosità. Ho avuto sempre l’ansia di scoprire cose nuove, non mi sono mai accontentato di ciò che “passava il convento” e questo se in un certo senso mi portava sempre a una conflittualità interiore, dall’altro è stato anche una grossa spinta all’evoluzione. Ho assorbito moltissimo dall’esperienza con un bravissimo scultore come mio padre, ma ho sentito la necessità di andare oltre. Negli anni ho poi scoperto e compreso il desiderio che mi creava più energia creativa: donarmi agli altri, vivere più vicino alla natura, non sempre riuscendoci, facendo fronte a molteplici fallimenti, ma mai rinunciando a questo desiderio che ho tenuto segreto per molto tempo.

E come si è realizzato questo suo desiderio?
A 18 anni ho letto il libro che ha condizionato la mia esistenza: “Così parlò Zarathustra” di Nietzsche, e soprattutto questa frase: “Amo colui che lavora e inventa per costruire la casa al superuomo e per lui prepara la terra, gli animali e le piante, perché così egli vuole il suo tramonto“. La mia ricerca artistica mi ha portato sempre verso la scoperta di tutto ciò che fa parte del microcosmo umano, dell’esperienza concreta. Sono partito nel 2002 dall’opera concettuale “uomomangiauomo” per poi esplodere nel 2008 con il progetto dei Golem People. E poi ho incontrato Angela…

Angela Di Blasi, la sua compagna?
Sì. Curiosamente la prima cosa di cui abbiamo parlato quando ci siamo incontrati è stato “cosa fare per vivere in maniera ecosostenibile…?” Mi sono avvicinato al riuso perché mi sembra una cosa che stimola moltissimo l’intelligenza, il saper prendere elementi sparsi e unirli per creare qualcosa di utile ma anche opere d’arte. Angela è una persona estremamente creativa e ha un’immaginazione fuori dal comune. Vedendo degli oggetti riesce già a comporre il quadro nella sua mente. Lei, diversamente da me, ha studiato all’accademia di belle arti. E’ stato lì che nel tentativo di trovare un modo diverso di esprimersi ha iniziato a realizzare quadri con materiale da riuso, io li chiamo cuci-dipinti. Credo che il primo esperimento l’abbia compiuto proprio nel 2002, in parallelo con il mio, ma non ci conoscevamo ancora. Partendo dall’idea di realizzare qualcosa di diverso dalla pittura tradizionale, si è approcciata all’aspetto tattile delle cose, alla materia come oggetto e ad applicare questo concetto alle sue opere. Successivamente si è resa conto che questo tipo di arte poteva essere anche eco-sostenibile e incidere sull’impatto ambientale.

E quindi…?
Dal nostro incontro è nato il progetto Creo&Riuso che ha coinvolto anche altre persone dalla spiccata creatività: mia sorella Paola, artefice di originalissimi accessori in stoffa e terracotta; Claudio Corallo, factotum nel campo dell’espressione artistica con una particolare tendenza alla pittura e alla lavorazione del legno; Maria Paola Marsala, inventrice dei “cipitini” realizzati con paste modellabili. Questo progetto ha avuto un buon seguito sui social network e in alcune manifestazioni in Sicilia. Il nostro primo grande lavoro insieme è stato una scenografia di 20 mq realizzata con stoffe di riuso presso l’istituto scolastico Minutoli di Palermo. Abbiamo avuto anche l’incarico di creare diverse installazioni artistiche, in particolare dal 21 al 24 marzo per la manifestazione “Primavera Siciliana”. Gradualmente il magazzino dove raccogliamo gli oggetti di riuso sta diventando una vera e propria discarica… Per noi l’arte è diventata una professione, poiché una cosa in cui credo fermamente è che l’arte debba fare un atto di umiltà e re identificarsi nelle persone e non più in opere che comunicano qualcosa solo a un’élite.
Potremmo concludere che Alberto Criscione con Angela Di Blasi e il team di creativi che lavorano al progetto “Creo & Riuso” siano la testimonianza di come anche la creatività artistica e l’eco sostenibilità possano diventare professione del futuro?

Di Anna M. Corposanto su Itali@Magazine

http://www.italiamagazineonline.it/archives/34101/arte-riuso-creazione-nuove-professionalita[:en]

 

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