(nella foto, il concerto di domenica 6, su cui svetta maestoso il Dedalo di Salvatore Rizzuti)
Nessuno, meglio di un operatore culturale sa quanto sia difficile oggi vivere d’arte.
In particolare in Sicilia, i comuni investono pochissime risorse nella cultura (solo il 3,4% della ricchezza complessiva siciliana appartiene al settore culturale. dati raccolti nel 2014 da Symbola).
In questa terra ancora esiste il luogo comune secondo cui “di arte non si può vivere” e si preferisce ripiegare verso qualcosa di più concreto, come ad esempio il cibo (oggi spopolano i franchising culinari, i fast food e gli slow food) oppure verso qualcosa che attira un grande numero di pubblico: ho scoperto che ci sono comuni dove i cittadini spendono dai 70.000 ai 100.000 euro in fuochi d’artificio!
Di fronte ad uno scenario tanto sconfortante, la cosa più sensata da fare è mollare l’arte o la Sicilia e dedicarsi ad altro, a qualcosa di più pragmatico magari.
Ci sono invece dei folli, che ancora oggi cercano di “resistiri, crisciri e canciari” come canta Ezio Noto e la sua band Disìu in “Cantu pì tìa”. Read More