scultura alberto criscione

Come reagirebbe la Terra su cui abitiamo se avesse emozioni, se fosse in tutto e per tutto simile a noi?

L’idea del pianeta vivente nasce in antiche tradizioni animiste, ma lo troviamo anche nell’antroposofia di Steiner.

È un concetto che poi è stato ripreso dallo scienziato James Lovelock, con l’ipotesi Gaia (alcuni la ricorderanno per averla letta negli ultimi capitoli del Ciclo delle Fondazioni di Isaac Asimov), dove si suppone che le componenti geofisiche del mondo si mantengano favorevoli alla vita grazie al comportamento degli organismi che la popolano.

L’opera quindi diventa un mezzo con cui l’artista cerca di entrare in risonanza con il sistema in cui è immerso, immaginando l’impatto che può avere un’oggetto creato dall’uomo (in questo caso la testa di un bambolotto di plastica), che non tiene conto dei meccanismi regolatori sopra citati.

 

Tecnica: grès semi-refrattario policromo

misure: 50 x 30 x 30 cm

realizzato per la galleria d’arte Almareni

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