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(foto Giuseppe Mazzola)

Per la prima volta, io e Angela Di Blasi (cuci artista, inventrice dei cuci-dipinti e dei cuci-libri) abbiamo deciso di partecipare al Rito della Luce al 38° Parallelo, che ogni anno per il solstizio d’estate si svolge su una bellissima montagna nei pressi di Castel di Tusa, alla cui vetta sorge una piramide in acciaio corten realizzata dall’artista Mauro Staccioli.

Il nostro impegno per questo evento è stato doppio, poiché oltre ad aver fatto parte della squadra organizzativa (che per diversi giorni si è adoperata nella sistemazione di varie installazioni scenografiche attorno e dentro la piramide), abbiamo anche partecipato come artisti.

Angela si è occupata di far cucire un arazzo ai partecipanti, invece io di donare un pezzo di argilla ad ogni persona che passava dal mio spazio…

È stato bello vedere i volti delle persone quando avevano tra le mani l’argilla: all’inizio erano un po’ titubanti, ma poi, sentendo il contatto umido, plastico, duttile, si lasciavano andare e ognuno ha creato qualcosa, ha dato un’identità alla materia, ha dato libera forma ai suoi pensieri. Alcuni dicevano “è un po’ come tornare bambini”… e alla fine tutti sorridevano e poi ringraziavano.

Ogni performance che si è svolta in questa giornata era collegata alla resilienza, che è la capacità di adattamento di fronte agli eventi che richiedono forza d’animo, in modo da uscirne trasformati in meglio e, soprattutto, rafforzati. L’argilla è un materiale che esprime appieno la parola resilienza: ha la capacità di adattarsi a qualunque forma, accoglie, se vogliamo anche il calore del fuoco e si trasforma in terracotta.

Ma oltre a plasmare l’argilla, in questa giornata abbiamo deciso di fare qualcosa di semplice e straordinario al tempo stesso: lasciare che l’argilla tornasse alla terra. Ogni partecipante ha infatti lasciato un segno del suo passaggio, ha creato una forma e poi l’ha lasciata andare, in modo che potesse ritornare nel ciclo naturale delle cose.

È stato molto bello ed emozionante tutto il Rito in sé, nell’aria c’era musica, volavano parole, sulla terra c’eravamo tutti noi artisti e i partecipanti. Ognuno a modo suo ha dato un contributo, anche la sola presenza era una presenza che si sentiva, perché alla fine quando tutti insieme abbiamo visto il tramonto, in silenzio, è stato come essere immersi in un corpo unico.

È stato bello esserci e per questo ringraziamo Daniela Thomas e Antonio Presti che ci hanno coinvolti in questa esperienza e tutti i ragazzi che insieme a noi hanno condiviso le fasi preliminari del Rito. Siamo tornati a casa stanchi nel fisico ma rigenerati nello spirito, e ora mi sento di dire che: “Fare in modo che ci siano tanti momenti straordinari nella nostra esistenza terrena ci permette di sentirci più vicini alla Luce”.

 

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