(di Emanuele Occhipinti)
Nel quadro dei festeggiamenti in onore della Madonna della Neve ha avuto luogo nella Chiesa di S.Antonio Abate, la benedizione di un bassorilievo raffigurante la vergine Maria “Salus Populi Romani”, realizzata dall’artista Alberto Criscione. Il bassorilievo sarà collocato nell’edicola, rimasta vuota fino ai giorni nostri, posta lungo la scalinata di accesso che da Corso Umberto porta sul sagrato della Chiesa di S.Antonio Abate.
La scelta è ricaduta sulla riproduzione della “Salus Populi Romani”, l’icona, maggiormente venerata dal popolo romano che si trova nella Basilica Papale di S.Maria Maggiore, per legare simbolicamente la Basilica Liberiana, che la pia leggenda racconta essere sorta dopo la prodigiosa nevicata del 5 agosto sul colle Esquilino, con la chiesa di Giarratana, sorta anch’essa su un pendio di una collina, Pojo di li ddisi, dove da secoli è venerata la Madre di Dio con il titolo di “Madonna della Neve”, dal 1644 Patrona della cittadina iblea.
L’immagine è tra quelle dette “Hodigitria”: la Vergine Maria tiene tra le braccia il Bambino che la guarda amorosamente mentre con la destra benedicente sembra indicare la via della sequela del figlio suo. La madonna raffigurata ha un volto intenso; la stella ben visibile sulla spalla, rappresenta in primo luogo la “Aei Parthenos” o “perpetua verginità di Maria prima durante e dopo il parto” ed in secondo luogo la Trinità. Nel secondo luogo la stella è coperta dal Bambino simboleggiando così l’incarnazione del Figlio di Dio mentre la terza è sostituita con il simbolo della croce, il nuovo albero da cui è venuta la salvezza. Sopra i capi della Madre del bambino circondati da aureola si leggono le lettere greche “MP OY” abbreviazioni dell’iscrizione greca “Meter Theou (Madre di Dio)”.
La traizione vuole che “la Salus Populi Romani” sia una copia, dipinta dall’evangelista Luca, di un’immagine di Maria con il Bambino comparsa miracolosamente a Lydda in una chiesa costruita dagli Apostoli Pietro e Giovanni. Conservata dapprima a Bisanzio, si narra che l’icona arrivò via mare, accolta da papa Gregorio Magno sulle rive del Tevere e custodita dal 590 proprio nella Basilica dell Esquilino. Nell’antico rituale romano, nella festa dell’Assunzione di Maria in cielo, questa icona accoglieva sulla porta della Basilica Liberiana l’icona del Cristo “acheropita” (non dipinta da mano d’uomo) conservata nel “Sancta Sanctorum” della residenza del papa in Laterano e portata fin là in processione.
La Sicilia – Domenica 14 agosto 2016
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