Oggi si parla tanto di riciclo, riuso e altre forme di recupero di ciò che riteniamo obsoleto. E’ vero che bisogna avere un occhio di riguardo per le cose che ci passano tra le mani, non tanto perché è la moda del momento (anche se non tutti siamo coerenti nel seguirla), ma perché è importante oggi auto-educarsi al rispetto, in tutte le sue forme.
Il recupero dei residui di lavorazione è una cosa che si è sempre fatta in bottega, l’artigiano anticamente era una persona estremamente pratica che sapeva riparare, riciclare, ridare nuova vita alle cose, oggi solo in alcuni casi è così. Le comodità derivate da“la civiltà dei consumi” (cit. PP. Pasolini) ci hanno fatto un po’ perdere l’idea dell’immagazzinare materiale pensando <Un giorno di certo mi servirà>.
Quando parlo di riciclo dell’argilla qualcuno può pensare che “mi piace vincere facile” perché quando è asciutta la immergi in acqua e riacquista plasticità. Detta così sembra un gioco da ragazzi ma non è proprio così, in questo articolo vi illustrerò tutti i passaggi per il recupero dell’argilla secca.
- 1) ho raccolto gli scarti della lavorazione che ho accumulato in circa due anni, ma sarebbe più saggio non fare passare così tanto tempo… Qua ci saranno almeno 200 kg di argilla!
- 2) Li ho stesi su un telo PVC (di riuso ovviamente) e li ho macinati con una mazzetta da muratore, alcune argille da secche sono particolarmente dure perché contengono una quantità maggiore di silicio.
- 3) Quando ho raggiunto la dimensione dei granuli ottimale, ho riempito delle vaschette con dell’acqua e ho versato l’argilla.
- 4) Fatto questo ho lasciato decantare l’argilla per qualche giorno, l’acqua in eccesso è venuta in superficie e l’argilla è scesa sul fondo.
- 5) Versata l’acqua eccedente sono passato alla mescolazione, “è uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare” 🙂
- 6) Ho lasciato evaporare ancora un po’ d’acqua per qualche giorno, in estate è sufficiente mezza giornata
- 7) Ho spalato via l’argilla molle (detta anche barbottina) e l’ho messa in un sacco (per farla asciugare più velocemente si può mettere dentro una pezza)
- 8) Le ho dato qualche colpo per farle prendere la forma di parallelepipedo e per compattarla un po’
- 9)Passerà ancora un po’ di tempo prima che diventi plastica al punto giusto, dopodiché potrà essere lavorata.
Che dire? Quello che ho usato io è un metodo arcaico che richiede un grande lavoro di braccia e tanta pazienza. Il mio consiglio: se avete 1000 euro da parte comprate un’impastatrice!!! :-D[:en]
Grande!